Alassio - Il municipio: è da qui che è uscita l'ordinanza " anti profughi ",
ora bocciata dal Tribunale, perchè " discriminatoria "
Alassio e Carcare - L’ordinanza “anti profughi” deliberata dai Comuni di
Alassio e Carcare è “discriminatoria” e dovrà essere revocata. A
deciderlo è stato il Tribunale di Genova (la sentenza è stata emessa dal
giudice Unico Laura Casale) che ha accolto il ricorso per condotte discriminatorie presentato da ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI
Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Federazione Solidarietà e
Lavoro di Genova, difesi dagli avvocati Alberto Guariso, Emilio Robotti
e Alessandra Ballerini.
Il ricorso era contro due ordinanze: l’ordinanza del Comune di
Alassio vietava alle “persone prive di fissa dimora, provenienti da
paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso
di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie
infettive trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel
territorio comunale”.
Analogamente, l’ordinanza del Comune di Carcare,
vietava la “dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi
dell’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura di accoglienza,
prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni
sanitarie e l’idoneità a soggiornare”.
“Per le persone bersaglio dell’ordinanza, si faceva presente nel
ricorso, era difficile, quando non impossibile, ottenere il certificato
richiesto: non è infatti possibile certificare in un soggetto l’assoluta
assenza di malattie infettive trasmissibili che potrebbe, ad esempio,
essere in incubazione. Il divieto era inoltre rivolto solo a cittadini
stranieri, provenienti da diverse zone del mondo, e in assenza di una
qualsiasi situazione di emergenza sanitaria nel territorio comunale ed
italiano. Secondo le associazioni ricorrenti le ordinanze erano dunque
finalizzate unicamente ad evitare il transito e la permanenza di
stranieri nel territorio. Una barriera invalicabile che valeva anche per
profughi e richiedenti asilo in fuga da guerre e persecuzioni” spiegano
dalle associazioni che si sono rivolte al giudice di Genova.
“Il Tribunale – fanno sapere i rappresentanti delle associazioni
promotrici – nell’accogliere il ricorso ha dichiarato il carattere
discriminatorio della condotta tenuta dal Comune di Alassio e dal Comune
di Carcare nell’adottare le ordinanze ancora oggi vigenti; ha inoltre
ordinato alle due Amministrazioni Comunali di cessare le condotte
discriminatorie di cui sopra e pertanto di revocare con effetto sin
dalla loro emanazione le delibere. Ha imposto a ciascuna delle due
Amministrazioni Comunali di pubblicare a proprie spese la decisione del
Tribunale su un quotidiano a tiratura nazionale (a caratteri doppi) e la
pubblicazione dell’intero provvedimento per la durata minima di tre
mesi sulla home page del rispettivo sito istituzionale di ciascuna delle
amministrazioni comunali. Le Amministrazioni Comunali sono inoltre
state condannate al pagamento delle spese legali”.
“I problemi sociali e le emergenze umanitarie non si combattono a
colpi di ordinanze. Siamo molto soddisfatti per la decisione del
Tribunale di Genova – concludono le associazioni ricorrenti – e ci
auguriamo che in futuro questa sentenza possa dissuadere altri comuni
dal replicare iniziative simili a quelle dei Comuni di Alassio e
Carcare”.
Da www.Ivg.it del 29 Luglio 2017
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